
Quali sono le conseguenze dell'uso del factoring in ottica di vigilanza prudenziale?
Quali sono le conseguenze dell'uso del factoring in ottica di vigilanza prudenziale?
Il ricorso al factoring può migliorare, in ottica di vigilanza prudenziale, la posizione dell’impresa nei confronti dei propri finanziatori
Il ricorso al factoring può migliorare, in ottica di vigilanza prudenziale, la posizione dell’impresa nei confronti dei propri finanziatori
La normativa di vigilanza prudenziale (cd. "Basilea III") induce le banche e gli intermediari finanziari ad una valutazione più attenta ed analitica dei rischi di credito, in particolare rafforzando la relazione tra il reale rischio dell’impresa finanziata, da una parte, e il prezzo e la quantità del credito erogabile, dall’altra.
In questo contesto, l’uso del factoring può sicuramente contribuire a migliorare la posizione dell’impresa nei confronti dei finanziatori, con potenziali effetti positivi sulla disponibilità di fondi e sui costi dei finanziamenti.
Il factoring infatti consente all’impresa di alleggerire l’indebitamento, migliorando la propria struttura finanziaria, e di migliorare la gestione della tesoreria, riducendo l’incertezza sui flussi di cassa futuri. Il factoring inoltre fornisce un impulso al capitale circolante, favorendo quindi lo sviluppo dell’impresa.
Dal punto di vista degli intermediari finanziari, infine, il credito commerciale sottostante il rapporto di factoring accresce le aspettative di recupero dei fondi anticipati in caso di default del cliente e riduce il requisito di capitale connesso all’operazione, contribuendo a migliorare la combinazione quantità/costo del credito per le imprese che utilizzano lo strumento.
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